Attivo 24/24h +39 339.585.68.22

Database regionali per aumentare vendite turistiche

Introduzione

La redazione del nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), avviata dalla RegionePuglia alla fine del 2007, che sostituirà il vigente Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Pae-saggio (PUTT/P), ha previsto una specifica attività volta a dare sistematicità alla conoscenza del patrimonio culturale regionale attraverso la catalogazione e la localizzazione dei beni culturali sulla nuova Carta Tecnica

L’incipit di questo articolo si deve ad una pubblicazione universitaria di:

Giuliano Volpe, Ruggero Martines, Anna Vella, Tina Caroppo , Raffaella Cassano , Loredana Ficarelli , Grazia Semeraro su come è stata compilata e redatta una carta di Mappatura di Beni Culturali, nel territorio della Regione Puglia, con una mentalità meno legata alla semplice catalogazione ma, più vicina ad una analisi critica sui fenomeni che hanno creato una concentrazione di manufatti e storie collegate ai territori in questione.

La Carta è stata articolata in tre tematismi essenziali: Patrimonio culturale,Paesaggio e Vincoli. Oggetto del censimento sono stati tutti i beni immobili e le aree di valore cul-turale e paesaggistico localizzati in aree extraurbane (in particolare quelli indicati agli articoli 136 e142 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).

La struttura concettuale della Carta

Il corpus di dati si basa sui concetti di Unità Topografica, Sito, Sito Pluristratificato.

L’elemento minimo è l’Unità Topografica (UT), cioè il singolo bene culturale, che corrisponde o è compreso in un Sito, inteso nell’ottica dell’archeologia dei paesaggi, come luogo nel quale la pre[1]senza dell’uomo ha lasciato delle tracce, talvolta “invisibili” (Manacorda 2007); esempio di Unità Topografica rispetto all’insieme del Sito può essere uno degli edifici che compongono una masseria, una delle capanne che formano un villaggio o una delle tombe di una necropoli. Questa scomposi[1]zione di tipo gerarchico consente, da un lato, un maggior dettaglio nella lettura degli insediamenti e, dall’altro, di evitare il rischio della moltiplicazione di siti (segnalata anche in Manacorda 2007, 12- 14) e derivante dall’attribuzione del rango di sito a qualunque tipo di evidenza. Il Sito, a sua volta, può essere parte di un Contesto Topografico Stratificato (CTS), corrispondente all’insieme di più siti caratterizzati da relazioni di tipo coevolutivo e connotati da una profonda e percepibile integrazione con il contesto paesaggistico circostante; le città storiche sono state equiparate a CTS derivanti dalla somma dei SITI “città antica” e “città moderna”.ù

Il modello fisico della Carta

Guarda una nostra Storymap ↗

Le informazioni contenute nella Carta dei Beni sono state integrate nel database territoriale del SIT, anche se la fase di raccolta e catalogazione è stata effettuata in modalità offline, attraverso un sistema di tipo client-server. Questa fase ha consentito di consolidare il modello dati che, anche nella prospettiva di utilizzo da parte dell’Osservatorio regionale per la qualità dei paesaggi e dei beni culturali, sarà trasferito su tecnologia web utilizzando i servizi di base del S.I.T., oggi disponibili. Il modello dei dati si basa su una classificazione fondata sui concetti di Tipo, Categoria e Funzione, consentendo di schedare globalmente tutti i tipi di dati di un territorio, superando la classica frammentazione in schede diverse a seconda delle categorie di beni da descrivere. La Carta è caratterizzata da un elevato livello di precisione nella localizzazione e perimetrazione dei beni (elemento fondamentale per gli scopi di tutela e pianificazione) grazie alla possibilità di utilizzare come base la Carta Tecnica Regionale in scala 1: 5.000 e l’Ortofoto del 2006. Elemento critico nella realizzazione della Carta dei Beni è la componente catastale, di particolare importanza nella localizzazione dei vincoli. Questa è forse stata l’esigenza che maggiormente ha contribuito alla stipula dell’accordo con l’Agenzia del Territorio per la rasterizzazione e georeferenziazione dei fogli di impianto del catasto e per la unificazione della cartografia catastale al sistema WGS84, adottato dal SIT regionale, attraverso l’individuazione di punti noti nei due sistemi di riferimento.

I dati: le province di Bari e Brindisi

Il Gruppo di Lavoro dell’Università degli Studi di Bari nella prima fase del progetto ha provveduto a verificare i dati raccolti nell’attuale Piano Territoriale, nonché i censimenti operati, in occasione dei primi adempimenti e/o adeguamenti dei Piani Regolatori Generali (PRG) comunali al PUTT, dai Comuni; ciò ha consentito di chiarire la natura di molti Beni censiti dal PUTT, spesso approssimati[1]va e generica, nonché di precisarne la cronologia, solo talvolta segnalata e comunque indicata per lunghi archi cronologici. Inoltre, il confronto fra i dati raccolti dal PUTT e quelli desunti dalla ricerca bibliografica ha evidenziato che in molti casi nella citata normativa regionale sono riuniti sotto un’unica denominazione Beni distinti dal punto di vista funzionale e cronologico, ovvero privi di ulteriori indicazioni utili alla precisa localizzazione, mentre risultano assenti molti Beni documentati bibliograficamente anche prima del 2002, anno di redazione del Piano.

La verifica dei dati raccolti nella normativa regionale è stata affiancata dallo spoglio, completo e sistematico, della documentazione edita relativa al contesto territoriale. A fronte, infatti, di 794 Beni individuati dal PUTT per la provincia di Bari (esclusi i Comuni attualmente parte della BAT) e di 341 Beni indicati per la provincia di Brindisi, il censimento operato nell’ambito della Carta dei Beni Culturali ha consentito l’identificazione di 2284 Beni e dunque una differenza di 1149 Beni.

La svolta nel mindset della catalogazione dei dati e Lama Balice

La portata del lavoro fin qui svolto emerge ancor più chiaramente se si considera la possibilità di considerare ora l’insieme dei Beni censiti non come singoli edifici o come isolate evidenze, ma come un complesso organico inserito in specifici contesti paesaggistici e storico-culturali e formatosi attorno a precisi elementi aggreganti di natura sia ambientale e geomorfologica sia infrastrutturale. L’individuazione e la perimetrazione dei CTS consentono dunque di leggere in maniera diacronica e complessiva la vicenda insediativa di alcuni contesti territoriali che per la posizione geografica, le ottimali risorse naturali, la presenza di importanti infrastrutture come gli assi viari e di poli demici di particolare importanza come i centri urbani, risultano occupati, senza soluzione di continuità, entro un lungo arco cronologico. L’esame finora condotto ha permesso l’individuazione di 12 CTS nella provincia di Bari: un interessante esempio è sicuramente rappresentato dall’insieme dei Beni gravitanti attorno al bacino idrografico di Lama Balice ( Figura sopra )  che, dalle Murge del Nord Barese – dove ha origine – fino alla costa in prossimità del quartiere Fesca di Bari – dove termina –, attraversa i territorî comunali di Ruvo, Terlizzi, Bitonto, Modugno, Palo del Colle e Bari.

Il solco erosivo della Lama costituì infatti un elemento attrattivo sin da età preistorica, sia per le possibilità di approvvigionamento idrico che garantiva sia per la sua conformazione, utilizzabile come via naturale di attraversamento del territorio dall’entroterra alla costa. La persistenza insediativa in età romana e altomedievale, documentata da piccoli nuclei abitati localizzabili sia lungo l’alveo principale sia lungo gli alvei delle lame ‘secondarie’, fu ulteriormente favorita dalla realizzazione, nel II sec. d.C., della via Traiana, che riorganizzava tronconi viarî preesistenti e che sicuramente costituì un altro importante elemento ‘aggregante’ per questo comparto territoriale. La vitalità di questo territorio ancora in età medievale è ben documentata dalla presenza di numerosissime chiese rurali che si ad[1]densano proprio nell’area circostante la lama e, in particolar modo, non lontano dall’antico Casale di Camarata, in territorio di Bitonto. L’alto numero di edifici di culto rurali sembra confermare il popolamento diffuso di questo contesto territoriale ancora in età .

I dati: le città storiche e l’architettura rurale

Il gruppo di docenti e ricercatori afferenti al Politecnico di Bari si è occupato di individuare e definire i limiti delle città antiche presenti sull’intero territorio della Puglia e la loro espansione moderna. La città storica è intesa come organismo urbano complesso, frutto di un rapporto tra più aggregati pertinenti a uno stesso centro urbano, prodotto del suo specifico processo storico, tipologico e morfologico. Il programma di lavoro ha assunto come prioritario il riordino dei dati editi elaborati all’interno delle strutture dipartimentali; in seguito si è provveduto alla loro integrazione con studi monografici e approfondimenti. I criteri per il tracciamento delle perimetrazione della “Città” si è basato sul confronto sistematico della parte edificata, presente nella Cartografia IGM al 25000 del 1949, e la parte edificata, riportata dalla Cartografia IGM storica del 1870 (disponibile in scala 1:50000).

Per la perimetrazione della Città moderna, cioè per le parti di espansione, il confronto sistematico è stato condotto tra l’edificato presente nella Cartografia IGM al 25000 del 1949 e la Cartografia Tecnica Regionale. Il Politecnico è stato poi chiamato a sistematizzare le perimetrazioni riguardanti i Beni Culturali della Puglia, già rilevate dai gruppi di lavoro delle altre Università. La ricerca ha riguardato, dunque, la lettura della intera campagna pugliese dove sono evidenti le forme precise e riconoscibili delle costruzioni e delle dimore rurali, la struttura delle strade, dei tratturi e dei canali; dove la sud[1]divisione del suolo, la disposizione delle coltivazioni, gli allineamenti, le masse alberate sono chiari elementi che contribuiscono alla formazione e alla determinazione del riconoscimento identitario del paesaggio. Il territorio è inteso, quindi, come costruzione complessa, definitasi nel tempo, dove la natura e l’artificio entrano in simbiosi rendendo impercettibile le differenza. Il tema della casa rurale pugliese, denominata masseria, edificio rurale, casa rurale, torre, masserie da pecore, masserie da campo, è stata esaminata soprattutto in relazione ai tipi di insediamento e ai rapporti che questa ha instaurato con il territorio. La forma della costruzione rurale non si presenta come unico organismo, come unico manufatto compiuto, ma si definisce attraverso la sovrapposizione, l’aggiunta, la sostituzione di elementi legati alla sua evoluzione produttiva. Una prima riflessione ha riguardato il rapporto della costruzione con il territorio, cioè la sua capacità di organizzare e catalizzare; è stata poi esaminata la strutturazione del territorio, le sue reti strada[1]li e infrastrutturali. Da queste riflessioni nasce l’esigenza di identificare aree omogenee, dove il fat[1]tore fisico e le vicende storiche determinano non solo il perpetuarsi delle tecniche di utilizzazione del suolo, ma anche il ristagno dei sistemi insediativi e il ripetersi delle forme abitative. Si è proce[1]duto, infine, alla perimetrazione e schedatura di circa 1315 Beni Architettonici tra masserie, jazzi, ville, casini, casali, torri, etc., utilizzando il criterio del riconoscimento attraverso materiale edito e ricerca per toponimi sulla cartografia IGM al 1:25000 del 1949.

Ora tocca a Noi … e guadagnare da questi lavori

Da quanto letto sopra, avrete notato di quante informazioni siano a nostra disposizione per creare legami tra storie del Territorio e Turismo offerto ai nostri ospiti. Solo con i pochi dati introdotti in questo articolo sarebbe possibile creare tre intere giornate di escursioni tematiche su Storia, Natura e Architettura rurale . Giorni che andranno a rimpinguare le vendite e presenze alberghiere.

Possibilità che fino a pochi anni fa ci erano precluse, perchè i software avevano una curva di apprendimento molto alta ed i dati erano disponibili solo in forma di coordinate geografiche non correlate e catalogate con questa attenzione.

La morale dell’articolo è interessarsi alla tecnologia cartografica per capire la ricchezza delel storie racchiuse nel territorio che possono diventare l’elemento fondamentale per distinguere il tuo prodotto alberghiero da quello di tanti altri; proprio perchè la tua posizione nel Mondo offre prodotti unici e non riproducibili da altri.

Non ci rimane altro che prendere dimestichezza e capire il funzionamento di programmi, tra le altre cose gratis, come QGIS o lo stesso Google Maps, collegarsi all’indirizzo http://www.sit.puglia.it/ e lavorare con i tracciati ed i punti offerti dai cataloghi sui beni architettonici ed ambientali citati.

Lavoro difficile ma che potrebbe dare grandi risultati.

Oppure, collegati a www.ailovetourism.com dove saremo a tua disposizione per prodotti su misura sulla tua struttura ricettiva.

Lascia un commento

Nota: i commenti sul sito Web riflettono le opinioni dei loro autori e non necessariamente le opinioni del portale Internet bookyourtravel. Si prega di astenersi da insulti, parolacce ed espressioni volgari. Ci riserviamo il diritto di eliminare qualsiasi commento senza preavviso o spiegazioni.

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono firmati con *

it_ITItalian