Anticamente, il sentimento religioso che animava i marinai pugliesi era molto forte.
Gente semplice ed ingenua, che riponeva in Dio e nella Madonna ogni sua fede, ogni speranza che fioriva nel cuore, aveva profonda devozione per i Santi protettori, e li invocava nei momenti lieti della vita ed in queli tristi e perigliosi. Il marinaio, quando si levava di buon’ora, si faceva il segno della croce e mormorava qualche preghiera appresa fin dalla fanciullezza.
Altrettanto faceva al termine della giornata, quando sentiva squillare l’Angelus Dei o quando stanco dalla dura fatica doveva addormentarsi; nelle ore di risposo spesso pensava ai suoi defunti e recitava sommessamente qualche preghiera in loro suffragio ed anche la domenica in chiesa , ascoltando la messa, ripeteva il paternoster o l’avemaria, sia pure in modo bizzarro trasormati come poteva ricordarli una persona ignorante. Nei momenti di pericolo o di tempeste rivolgeva pensiero all’Eterno, ai Santi protettori e mormorava parole di fede e devozione, si raccomandava alla loro misericordia.
Era assai difficile raccogliere dalla bocca di un marinaio una delle preghiere che recitava nelle diverse occasioni. Se la sua anima era chiusa ad esprimere gli affetti del cuore, era da immaginarsi come egli sia stato più restio a comunicare le preghiere che rivolgeva a Dio o ai Santi; egli è pudico e riservato, custodisce gelosamente nel profondo del petto i suoi sentimenti religiosi e le sue credenze, e temeva di contaminarli, di venire meno ai suoi doveri di cristiano, se li manifestava ad altri.
La gente di mare era meno colta dei contadini e degli artigiani, e pur avendo avuto una gran fede, era povera di fantasia. Vivendo dalla piccola età lontani dalla famiglia e dalla vita sociale del paese, non frequentandola che nelle brevi ore delle feste della chiesa, non avevano la possibilità di apprendere molte preghiere e non riuscivano a comprenderle completamente. Quindi, ripetavano le poche preci che sentivano da bambini dalle mamme o dalle sorelle, sono rarissimi quelli che ne imparavano dai vecchi colleghi di lavoro, quando erano in viaggio.
Tuttavia, con un lavoro certosino Imbriani ( autore di molti libri sulle tradizioni pugliesi e non ) è riuscito a raccoglierne un numero cospicuo che, pur non brillando per bellezza di concetti, racchiudono un sentimento di verace devozione e di pura fede religiosa.
SAN NICOLA ed il Mare
I pescatori baresi così invocano il grande taumaturgo di Mira ( San Nicola )
Nella sua ingenua fede il pescatore il pescatore chiede al Santo soccorso per sfuggire ai pericoli delle tempeste e per meritare il perdono di Dio, quando lo chiamerà da questa vita di dolori e di pene, dinanzi al suo tribunale.
Sanda Nicola, tande sì granne
Ca resuscete la Sanda Manne
Pe’ l’opre bbone ca séme faciéste.
Cierche la grazie pe mè a Gesù Criste.
J’obbre bbone acchemenzaste.
Trè Princepe liberaste.
‘Na vidue chenzelaste.
Tre fangiulle resuscetaste.
Le tempeste sémbre calmaste
Le marenare ajetaste.
E tu stasére, Santa Nicole.
Ngé à da la fa la grazzie.
E nge à da dà na bbòna nove.
L’ignorato autore il prodigio della manna, che sgorga dalle ossa del Santo conservate gelosamente nella cripta del suo tempio in bari, e il miracolo della resurrezione dei tre giovanetti, che erano stati ammazzati, squartati e ridotti in pezzi da un perfido oste.
… ed a Rodi Garganico?
I marinai di Rodi garganico recitano, invece, questa preghiera alla Vergine
Cchiù di luce ciele e de la tèrre.
Tu, Marie, si la cchiù bbèlle.
Pi la Santissima trinità.
Fanne grazie, Sande Marie.
Tu si ‘la riggina di li grazie.
Tiene la mène tanta putènde.
Salve lu polepe, salve la ggènde.
Sia ludate San Giuseppe.
Ca la glorie ‘n gliele aspètte.
Fanne grazia, tu gran reggine.
Stèlla di cièle e luminande.
Chi vole grazie, Ddie se ‘nghine
Che i sande so’ nostre amice.
Bbracce apèrte sère e matine.
Chi va candanne lu resarie,
Lu dice cù gran devozione.
Lu dimonie ha pèrse la vittorie.
E marie se va n gèle ‘n glorie
E’ un canto alquanto confuso, con concetti disordinati, ma il credente non bada troppo alla logica, quando è animato dalla fede, e spesso accoppia alla preghiera per l’Eterno quella per la vergine, per San Giuseppe o per altri protettori. Una radice pagana e deistica permane in Puglia .
Molfetta risponde …
I pescatori di Molfetta , i quali sono assai devoti della vergine dei Martiri, che festeggiano l’otto Settembre, e dopo aver portato il bellissimo simulacro per lungo tratto di mare su due barche ornate da pennoni ed orifiamme, lo portano scalzi e seminudi, sulle spalle fino alla cattedrale, cantano questa preghiera:
Madonne Sandissime dela le Martere.
Tu si’ la Matre de Ddio onnipotènde.
Aiute a nnue, ca sime peccatore.
E fanne perdonà d’o nostre Segnore
Si può notare in questi slanci dei pescatori un animo quasi fanciullesco, una sintesi tra paura di morire e credenze religiose, simili più al voler allontanare la sfortuna più che al volersi abbandonare al culto.
Contattaci per informazioni
Indirizzo
via Ammiraglio Millo, 9 ( Alberobello – Bari)
info@ailovetourism.com
Phone
+39 339 5856822